Soia, le chiavi dell’impianto
A differenza di altre specie, l’impianto della soia condizionerà il 70% del successo della coltura. Per avere successo in questa fase, l’attenzione si concentra sulla scelta della parcella, la preparazione del suolo, la data di semina e l’uso di semi certificati.
Acqua, infestanti e natura del suolo, per scegliere la parcella
Tre elementi devono essere considerati nella scelta della parcella: la disponibilità di acqua, la natura del suolo e la pulizia. Necessaria dalla fioritura alla fine della maturazione dei grani, la risorsa idrica è essenziale per la coltivazione della soia. Pertanto, le parcelle irrigabili devono essere privilegiate su suoli con una riserva utile limitata. In condizioni di siccità, la scelta ricade su una parcella con una riserva utile molto buona. I suoli con un contenuto di calcare superiore al 10% devono essere evitati poiché possono nuocere allo sviluppo della coltura. In generale, è necessario prestare attenzione alle infestanti molto competitive e difficili da distruggere.
Per il lavoro del suolo, vedere se la struttura è degradata
In caso di parcella con suolo ben strutturato, tutte le tecniche di preparazione sono possibili. Il lavoro profondo, su un suolo ben asciutto, può essere considerato ma rimane facoltativo se i residui delle colture intermedie sono degradati. Anche la semina diretta è praticata, prestando attenzione a sgomberare bene la linea di semina e a posizionare il seme nel terreno fine. Se la struttura del suolo è degradata, il lavoro del suolo viene effettuato fino a 20 cm, arando o grattando, prima o durante l’inverno per i suoli argillosi. In caso di suoli fragili come limi battenti, la preparazione viene effettuata nel periodo invernale o poco prima della semina, per evitare che il terreno fine venga bagnato dalle piogge.
La preparazione del letto di semina costituisce una fase determinante per il successo del rendimento. Con attrezzi a denti mediamente profondi, come l’erpice, il lavoro viene effettuato su un suolo asciutto limitando il numero di passaggi per ridurre i compattamenti. Nei suoli battenti, il letto deve essere sufficientemente spesso per evitare la formazione di una crosta di battenza. Nei suoli argillosi, una rullatura dopo la semina garantirà un buon contatto tra il seme e il suolo.
La semina, in base al gruppo di precocità
La semina viene effettuata su un suolo sufficientemente riscaldato, a più di 10°C per 3 giorni consecutivi. Il seme viene depositato a una profondità di 2 cm in semina precoce o su un terreno battente; a 3 o 4 cm in semina tardiva o su un terreno caldo, secco o zolloso. La velocità di semina non deve superare i 6 km/h, adattando l’interfila al gruppo di precocità: tra 18 e 30 cm per il gruppo 000, 18 e 50 cm per il gruppo 00 e 25 a 60 cm per i gruppi 0, I e II. Per le varietà precoci, seminate con una seminatrice per cereali, gli interfilari molto ridotti, di 15 cm, mostrano risultati migliori. Se la parcella presenta un rischio di sclerotinia, la semina deve essere poco densa, con un interfila largo di 50 a 60 cm, per garantire una buona aerazione del copertura vegetale.
La dose di semina dipende poi dalla precocità, dalla capacità germinativa, dalle condizioni di semina e dalla conduzione idrica della parcella. Di seguito una tabella esplicativa.
L’uso di semi certificati facilita il cantiere di semina grazie a dati controllati e noti. Il livello di germinazione permette di aggiustare al meglio la dose di semina per evitare gli effetti di sovraffollamento. Il PMG permette di affinare la densità di semina. I semi certificati, calibrati, sono un vero comfort per garantire una buona omogeneità di impianto.