Soia: un progresso genetico insufficientemente sfruttato

Vicino al 16 February 2024
Resa, proteine, tenuta del fusto… I progressi genetici effettuati negli ultimi anni sulla coltivazione della soia sono molto significativi. Tuttavia, questo lavoro di ricerca non viene valorizzato nei campi francesi, a causa di un uso molto basso di semi certificati. Tuttavia, sia in termini di redditività che di praticità, c’è molto da guadagnare…

In dieci anni, il progresso genetico ha permesso di aumentare la resa della coltivazione della soia da 2 a 3,6 quintali per ettaro. Questi dati emergono da uno studio condotto dall’inizio degli anni ’80 dall’istituto tecnico francese Terres Inovia, specialista delle specie oleaginose e proteaginose. Così, ogni anno, le varietà molto precoci 000 guadagnano 0,36 q/ha, le 00 conquistano +0,31 q/ha, le 0 raccolgono +0,24 q/ha e le varietà tardive 1 catturano +0,21 q/ha.

Progressi genetici su più criteri

I progressi genetici non riguardano solo la resa, ma anche il contenuto proteico. Secondo lo stesso studio, questo è aumentato di 2,6 punti in quarant’anni, ovvero circa +0,7 punti ogni dieci anni. Di fronte al rischio di allettamento, a parità di altezza, le varietà di soia hanno guadagnato in tenuta del fusto e in altezza del primo baccello. Le varietà più recenti sono anche meno sensibili all’allettamento. Per quanto riguarda la sclerotinia, che progredisce a causa dell’aumento delle superfici coltivate a soia e girasole, alcune varietà registrano livelli molto elevati di tolleranza alla malattia dal 2019.

Solo un terzo dei semi utilizzati in Europa sono certificati

Tuttavia, questa qualità genetica non si ritrova nel campo. Infatti, secondo le nostre stime, solo un terzo delle superfici di soia europee sarebbe coltivato con semi certificati. Ci sono disparità tra i paesi, nonostante l’esistenza di una normativa che vieta l’uso di granella di fattoria senza il previo accordo dell’ottenitore. Le conseguenze di questo basso tasso di rinnovo di seme certificato frenano direttamente l’innovazione varietale e penalizzano così la competitività dell’intera filiera.

Il seme certificato: redditizio, affidabile e pratico

Nel complesso, il seme certificato di soia offre un aumento del rendimento da 4 a 6 quintali per ettaro. L’accesso a nuove varietà performanti, una capacità germinativa superiore (norma di germinazione minima all’80%), il controllo sanitario (diaporthe) e l’assenza di infestanti sono i principali vantaggi. Una cernita di qualità offre una calibrazione omogenea garante di un buon controllo della densità di semina per l’agricoltore. La pre-inoculazione del seme con un batterio fissatore di azoto atmosferico aggiunge anche un vantaggio pratico e un risparmio di tempo non trascurabile.

RAGT possiede il flusso genetico per rispondere alle esigenze dell’alimentazione animale e umana in grani, panelli di soia e ingredienti.